Ceccano 2 aprile 2010

Le struggenti note dello “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi, a 300 anni dalla nascita del grande musicista marchigiano,  accompagneranno la tradizionale devozione dei ceccanesi alla Madonna Addolorata nella Chiesa Abaziale di S. Nicola di Ceccano, il venerdì santo 2 aprile, alle ore 17, prima dell’inizio della azione liturgica della passione.  Ad eseguirle il soprano Vittoria D’Annibale ed il mezzosoprano Fabiola Mastrogiacomo, accompagnate  dall’orchestra Francesco Alviti, nella sezione da camera, formata da Donatella Aversa, violino, Marta Innocenzi, fluato, Selene Malizia, clarinetto, Carmen Di Mario, oboe, Melissa Del Brocco, fagotto, Federica De Santis, organo e basso continuo, e dal Coro femminile da camera del Concentus Musicus Fabraternus Josquin des Pres, con la direzione affidata a Mauro Gizzi. Continua così la  tradizione di fedeltà liturgica delle iniziative del Concentus “Josquin Des Près”: reinserire cioè i grandi capolavori della musica sacra nei momenti per i quali sono stati scritti. Inoltre, risulta dalle testimonianze che fosse uso cantare lo Stabat di Pergolesi, proprio a S. Nicola per la spiccata devozione all’Addolorata da parte dei ceccanesiIl capolavoro di Pergolesi è capace di suscitare emozioni intense proprio perché cerca di far rivivere quanto accaduto nell’animo della Vergine Maria, grazie anche alle parole di Jacopone da Todi, che compose l’inno per le sacre rappresentazioni nel secolo XIII. Pergolesi è stato in grado di riprendere la drammaticità del racconto del poeta umbro e di arricchirlo ulteriormente di impatto emotivo. Il giovane musicista marchigiano era famoso in tutta Europa alla metà degli anni 30 del sec. XVIII: proprio al culmine del suo successo musicale fu colpito dalla tisi. Pergolesi si ritirò allora nel convento dei cappuccini di Pozzuoli – con la protezione del duca di Maddaloni, discendente dei fondatori del convento – dove si dedicò particolarmente alla musica sacra scrivendo il “Salve Regina” e una delle sue opere più importanti e forse il suo più significativo capolavoro: lo “Stabat Mater”, commissionato dalla “Confraternita di San Luigi di Palazzo sotto il titolo della Vergine dei dolori” e già iniziato a Napoli. Come il Requiem per Mozart, lo Stabat Mater rappresenta il testamento spirituale del grande musicista italiano, morto a 26 anni, il 17 marzo 1736, appena dopo aver completato la partitura dello Stabat.

 

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